Il Rosatellum non lo so, ma il vino rosato a me piace da morire



Come funziona il Rosatellum?
Beh...domanda di riserva?


Mentre su tutti i principali mass media imperversa il dibattito sul Rosatellum, io mi sto letteralmente ubriacando di vino Rosato. Perché? Perché è buono. Buono e basta.
Il vino Rosato o Rosé questo sconosciuto. E anche questo bistrattato. Beh sì, alzi la mano chi non ha sentito commenti disdicevoli nei confronti del rosato.

Mi ricollego al  precedente post in cui si parlava di pregiudizi per parlare di quello che forse è il più grande dei pregiudizi quando si parla di vino.
Pregiudizio tutto italiano oserei dire. Si può riassumere così:


Il vino rosato non è né carne né pesce, non ha senso, non mi dice niente.



Ecco.
Quanto di vecchio, di conservatore e di "chiuso" c'è in questa frase.


Il rosato è un gran vino e non è vero che non è né carne né pesce, ma anzi spesso è più eclettico e lo abbiniamo bene sia su carne che su pesce.


Eppure basterebbe soffermarsi un po' su come viene prodotto il rosato. Forse qualcuno pensa che sia un vino rosso allungato, mescolato con del vino bianco e che pertanto sia una ciofeca per forza. Questa pratica è vietata. La si ammette solo per gli spumanti rosati. Stop. Non c'è Cristi, non si può fare.
E allora come lo si ottiene? Si ottiene da un vino a bacca rossa vinificato "in bianco" (cioè con i processi produttivi del bianco) dopo che si è lasciato il mosto a contatto con fecce e bucce, per dare un po' di colore e di aromi per un periodo molto limitato. Ben presto avviene la separazione dal mosto e si vinifica in bianco.
Quindi non è da vedere come un fratello minore o sfigato. Anzi, volendo, si potrebbe vedere come il trait-union tra vino bianco e vino rosso. Mica noccioline!
Abbiamo dunque un altro grande prodotto. E come tale merita di tutto il rispetto e la considerazione. Difatti quelli che hanno cultura di vino più progredita della nostra (leggasi, i nostri cugini di oltralpe) danno grande spazio sulle loro tavole ai rosati raggiungendo risultati di tutto rispetto nel centro sud della Francia, sia nel Rodano che nella Provenza.



E dove l'è la Provenza?
Eh Beh bisogna andare a Lugano, e poi si va sempre dritto!!!


E allora dov'è il problema? Nella nostra cultura. In Italia manca la cultura del rosato e spesso anche i produttori ci mettono il loro zampino riservando al rosato l'ultima scelta delle loro uve.
Ma se neppure loro ci credono, come può crederci il consumatore che tendenzialmente è anche più ignorante? Ah boh. Chi lo sa.
Bisogna cambiare le nostre menti, open your mind!

Ma vogliamo parlare degli abbinamenti del vino rosato? Perché gli abbinamenti ne dimostrano la grandezza.

I primi di maggio ho partecipato ad una serata di abbinamento di vini e primi piatti. Sul tavolo tre vini: un bianco (ribolla Gialla), un rosato (Cerasuolo d'Abruzzo) e un rosso (Lagrein Riserva). Ci siamo divertiti ad abbinare i tre vini con 4 differenti portate. Incredibile la capacità del rosato sia di riuscire ad abbinarsi meglio con una vellutata di ceci e con delle lasagne alle verdure, ma anche di non sfigurare troppo con un risotto ai funghi e con una pasta al ragù. Sicuramente, specie in quest'ultimo caso, la presenza di una pasta molto dura, come gli strozzapreti, ha permesso di smorzare e di molto, il sapore e la persistenza del ragù, che altrimenti avrebbe visto il suo abbinamento più naturale nel vino rosso.

Comunque grande merito va sicuramente al vino rosato che trova in Abruzzo una delle terre più vocate per la sua produzione.

Ultimamente mi sono concesso qualche rosato interessante.

Del primo, Garda chiaretto Classico  "Cà Lojera", ne ho già parlato nel primo articolo sugli abbinamenti. Un chiaretto vivo e fresco che fa venire subito voglia di assaggiarlo. Direi che questo è il tipo di rosato che preferisco. Mi piace che sia fresco, con una spalla acida che comunque lo renda beverino e intrigante. Però profumato, e con una struttura che lo sostiene e che ne amplifica la persistenza e la complessità. A me piace. A voi no? Ce ne faremo una ragione.

Il secondo rosato che ho assaggiato è stato un Bandol, uno dei più famosi rosati di Francia. Che dire, andatevi a cercare cos'è un Bandol e poi ne riparliamo un'altra volta. Anche in questo caso abbinato con della carne, anche in questo caso un risultato positivo.

Ho avuto poi la fortuna di sentire da Massimo (La Cantina di Massimo, un grandissimo sommelier pluridecorato), un altro rosato. A base di Aleatico, Si chiama Rosatico, Azienda Poggio al Grillo. Veramente un buon prodotto, ad un prezzo onestissimo. Stava bene discretamente sia con un secondo di pesce (il polpo), sia con un secondo di carne (il pollo). Veramente un vino eclettico.



Ho avuto modo di assaggiare anche un altro paio di rosati toscani a base sangiovese, ma ne parlerò in un'altra sezione.

Conclusioni. C'è rosato e rosato. La strada da compiere è ancora lunga, però chi si pone in posizione di pregiudizio con la chiusura tipica di chi non sa e non vuol sapere, sbaglia e soprattutto si perde qualcosa che, specie in estate, può regalare delle soddisfazioni.

Anche questo articolo è dedicato a tutti quelli che per pregiudizi stupidi, si privano delle gioie della vita.



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