Divagazioni sul tema: Ritorno al futuro è come un grande Brunello che non invecchia mai





Si può abbinare un vino ad un film? Perché no?



Premetto già che in questo articolo andrò fuori tema e non parlerò di vino, o almeno non ne parlerò nel modo canonico. Qualcuno storcerà la bocca, ma in fondo il blog è mio e decido io, un po' come Francesco Nuti, che quando veniva espulso portava via il pallone (per forza porto via il pallone, è mio. Mi buttano fuori, porto via il pallone e non gioca più nessuno). Per i puristi ho in serbo altri articoli già quasi pronti. Sto dunque per tentare un gioco, una divagazione sul tema vino.

D'altro canto l'avevo preannunciato nelle mie presentazioni, questo blog non avrebbe dovuto fermarsi solo al vino, ma avrebbe dovuto anche toccare altri aspetti della mia vita e dei miei interessi. Una sfida interessante sarebbe parlare di queste altre passioni con le parole del vino.

Ieri sera dunque, sorseggiando un paio di bicchierini di un Rosso di Montalcino che purtroppo per me era un po' troppo ricco di solforosa, ho pensato di abbinarlo, non solo ad un Fiordimonte stagionato (per inciso, abbinamento da 4 stelle su 5) ma anche ad uno dei miei film preferiti: Ritorno al Futuro. Un classico vino con uno dei classici della mia videoteca personale. Onestamente mi è parso da subito un buonissimo abbinamento. Ci stava tutto dentro.

Poi ho pensato però che questo mitico Ritorno al Futuro ha 32 anni e non li sente per niente, anzi è sempre attuale. Non è come quei film che dimostrano gli anni, o quelle serie televisive, tipo i Jefferson, che li vedi oggi e ti chiedi come facessi a vederli allora. No, niente di tutto ciò. Ritorno al Futuro, dopo tanti anni è giovane, come allora, più di allora. Quindi? Quindi direi che più che un Rosso di Montalcino, questo film è un Brunello di Montalcino, di quelli buoni. Di quelli che dopo 30 anni ancora oscillano tra il pronto e il maturo, di quelli che conservano ancora un po' di acidità che ne rinnova la freschezza in bocca e ti porta ad abbeverartene, come direbbe un mio illustre docente, "a secchiate".
D'altronde Ritorno al Futuro è tanto noto e famoso che il paragone con il Brunello di Montalcino pare proprio indovinato

Tannini morbidi certamente, perché il film comincia a non avere più spigolosità, ormai lo si conosce e lo si riesce ad apprezzare. Ma ha sempre molto da dire. Quindi ancora ci sono questi tannini, a dare forza e struttura, ma sono nel posto giusto al momento giusto. Già te li aspetti, e li riconosci e li apprezzi come non mai.

Rotondo, caldo e di corpo, come i grandi vini, risulta addirittura sontuoso in certi profumi che fa assaporare magistralmente. Adoro in particolare tutte le sequenze di intreccio tra familiari inconsapevoli.
Tutta la scena della cena a casa dei genitori di Lorraine è un capolavoro di battute:
Lo sai Marty che hai un'aria familiare? Ma io conosco tua madre? Sì, penso proprio di sì.
Oppure la favolosa battuta:
Ci vediamo più tardi, molto più tardi.
Seguita dal capolavoro:
Che strano ragazzo quel Marty. 
È un'idiota. Dev'essere una cosa di famiglia, anche i genitori saranno degli idioti. Lorraine, se avrai un figlio così, ti diseredo.

Per non parlare di Doc Emmet Brown che si stupisce che il presidente degli Stati Uniti sia Ronald Reagan e chiede se la first Lady sia Marylin Monroe e John Wayne il ministro della guerra.

In tutte queste piccolezze e in tante altre, si sente il profumo di tutto, a partire dalla semplicità varietale di chi ti rapisce dai primi istanti del film.
Ci sono poi gli aromi secondari della sceneggiatura e dell'intreccio così ben costruito come se si parlasse di tutti quei profumi connaturati col processo produttivo di un vino.
Infine tutto il film è pervaso dell'inebriante profumo della nostalgia del passato, dei suoi ricordi (come una vecchia botte trasuda odori passati e straordinari) e dall'attesa curiosa di scoprire come si evolverà tutta la vicenda, come quando i grandissimi vini vengono lasciati per anni in cantina, immaginandosi come saranno in un futuro non meglio identificato. Con tanta passione, fiducia e un pizzico di adrenalina.

A questo punto ti metti a fantasticare sognando di viaggiare nel tempo, come, in effetti, una grande bottiglia, che ti parla di terroir e di storia dell'uomo, riesce sempre, per certi versi, a fare.

E non mancano i rimandi illustri. Non mi riferisco solo al Clint Eastwood citato più volte nella saga o al Darth Fener di Star Wars, ma a cose che solo io ci voglio vedere, sicuramente calcando un po' la mano. D'altronde a volte nel vino cerchiamo e vogliamo certe sensazioni, anche se gli altri non le notano. E così eccoli un paio di riferimenti ad altri film da invecchiamento, tutti italiani questa volta. Su tutti campeggia una coincidenza a dir poco mostruosa. La scena del 1955, in cui Wilbur e la moglie fermano l'auto davanti a Marty e scappano a gambe levate: (Wilbur non ti fermare, non ti fermare, grida la moglie) ricorda
tanto, una scena analoga di Nati con la Camicia, che vede protagonista ancora un certo Wilbur.che sarebbe partito a razzo insieme alla moglie Alice vedendo Doug O' Riordan, Rosco Fraker e i poliziotti con le mani alzate.
(Wilbur, fossi in te, io partirei a razzo.
Ci puoi contare Alice!!!)
Adoro pensare che sia la stessa persona che fa la stessa cosa a circa 30 anni di distanza.  Per inciso, il film sceneggiato da Marco Tullio Barboni è precedente di un paio di anni, rispetto a Ritorno al Futuro.


Wilbur, nel 1955 e nel 1983,
passano gli anni,
perde il pelo (in testa) ma non il vizio

Vogliamo invece parlare dei due rimandi tutti fantozziani? In Fantozzi Subisce ancora, Filini esclamava all'indirizzo della Silvani: Deve aver tamponato un carro di letame. Qui invece Marty McFly dice: credevo che avessi tamponato un camion pieno di letame. Beh, la somiglianza c'è tutta e se non c'è, ce la vedo io.






Il camion di letame, un Leit Motiv ricorrente nella saga.






Sempre nello stesso film Marty vede in una vetrina del 2015, il grande almanacco sportivo. Accanto campeggia bel bella una confezione di acqua Perrier, che ricordiamo, è la più gasata del mondo, come si evince da quell'altro grande film da invecchiamento: Il secondo Tragico Fantozzi.


Come sarebbe andata a finire se invece del Grande Almanacco Sportivo avesse comprato una confezione di Acqua "Bertier", la più gasata del mondo?
Forse per tornare nel 1985 avrebbe dovuto provvedere con mezzi propri...

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